Un aquilone, colorato come l’arcobaleno,
vola, cullato dal vento, nel cielo sereno.
Una farfalla, scambiandolo per un fiore che ondeggia sullo
stelo,
posa su di esso le sue ali, trasparenti
come un velo.
“Oh, mia bella farfalla” le dice felice l’aquilone,
“la più bella
creatura riposa su di me, che emozione!
Sai, ti ho vista arrivare da lontano e ti ho subito
invidiata,
mi piacerebbe esser te, un’incantevole farfalla colorata”.
“Caro mio, non credere che la mia vita sia la più bella,
è fragile e breve come il calore di una fiammella,
possiamo vivere un anno, un giorno, non lo sappiamo,
quel che è certo è che noi non invecchiamo.
Tu potresti vivere in eterno, potrai farti cullare dal vento,
anche tra un anno o tra dieci, e sperimenterai il tuo
invecchiamento.”
L’aquilone risponde: “Cambierei cento anni della mia
vita
con una sola ora della tua. Tu mi guardi assai stupita,
ma io vivo legato a un filo: volo solo quando
piace al bambino
e se un giorno mi rompessi, potrebbe gettarmi in un cestino.
Tu voli libera e felice, sei tu a decidere dove andare,
scegli tu il fiore su cui posarti o quale panorama ammirare.
Vivi pienamente e liberamente il tuo unico e prezioso
istante,
mentre io sono privo di vita, legato a questo filo
mortificante.“